Oggi vogliamo raccontarvi una storia, una storia divertente che parla di tradizione, che parla di Ortezzano, che parla di festa, che parla di giochi e parla di sfida. A raccontarlo è Peppe che ne ha chiaro il ricordo, il ricordo nitido di Mimittu, il padre, che la mattina di Pasqua era solito prepararsi ed armarsi per questa divertente gara. Sua moglie Martina, già sapeva che il suo dovere di quella mattina di festività, oltre cucinare per il pranzo pasquale, doveva lessare le uova per il marito che doveva recarsi in piazza per questo gioco.

Ma questa divertente gara, tipica dell’area picena (comunemente conosciuta come “scoccetta“), che oggi rimane solo un tradizionale appuntamento all’insegna del divertimento, ha una storia alle spalle molto lunga. Infatti, secondo alcune fonti sembrerebbe un gioco proprio risalente al medioevo.

Ma come si gioca a “nciocchetta”? Gli strumenti di gioco sono vere e proprie uova… uova sode, che in tempi passati dovevano essere colorate e a rendere le uova di diverse colorazioni erano rimedi del tutto naturali, magari facendole bollire con verdure e ortaggi che davano colore al guscio. Questa simpatica tradizione, aveva anche un secondo fine per le cucine povere di un tempo… vincere per riempire le tavole. Eh si, perché giocare prima significava anche portare a tavola molte uova! Il gioco si svolge secondo queste modalità, anche se le regole variano da paese a paese: lo scopo principale resta comunque lo stesso, battere il proprio uovo con la punta verso l’uovo dell’avversario. Chi rompe l’uovo perde, ed è costretto a cedere il proprio uovo rotto all’avversario che lo porterà sul tavolo pasquale. Oggi questa tradizione è rimasta e si svolge principalmente lunedì di Pasqua. Anche Ortezzano ha mantenuto la tradizione, che naturalmente ha assunto un tocco moderno.

Quindi se siete in zona e volete dilettarvi è l’occasione giusta! Armatevi di uova…. e mi raccomando non rompetele tutte!